La Sultanahmet camii o Sultan Ahmet camii , è una delle più importanti moschee di Istanbul.
Dopo la pace di Zsitvatorok e gli sfortunati risultati della guerra con la Persia, il sultano Ahmed I decise di costruire una grande moschea a Istanbul per placare Allah.
Questa fu la prima moschea imperiale costruita ad Istanbul dopo la
moschea di Solimano, eretta quarant'anni prima. Mentre i suoi
predecessori innalzarono moschee con il proprio patrimonio personale,
Ahmet I utilizzò denaro pubblico, dal momento che non aveva ottenuto
consistenti vittorie militari, provocando il dissenso degli ulema. La moschea fu edificata su parte del sito del Gran Palazzo di Costantinopoli, di fronte ad Hagia Sophia (a quel tempo la più venerata moschea di Istanbul) e all'ippodromo, un altro sito di grande valenza simbolica. La costruzione della moschea iniziò nel 1609:
lo stesso sultano diede avvio ai lavori. Era, infatti, sua intenzione
che questa moschea divenisse il luogo di culto più importante
dell'Impero. Scelse per sovraintendere ai lavori il suo architetto Sedefkar Mehmet Ağa, prima allievo e poi assistente di Sinan. L'organizzazione della costruzione fu meticolosamente descritta in otto volumi ora conservati nella biblioteca del Topkapi.
La cerimonia di apertura avvenne nel 1617 (benché il cancello della moschea ricordi l'anno precedente) e il sultano poté pregare nel proprio spazio (hünkâr mahfil). I lavori di completamento si conclusero sotto il successore di Ahmet Mustafa I.
L'immagine della moschea venne stampata sulle banconote da 500 lire in corso negli anni 1953-1976.
Universalmente è conosciuta come la Moschea Blu. Il suo nome deriva
dalle 21.043 piastrelle di ceramica turchese inserite nelle pareti e
nella cupola. È infatti il turchese il colore dominante nel tempio.
Pareti, colonne e archi sono ricoperti dalle maioliche
di İznik (l'antica Nicea), decorato in toni che vanno dal blu al verde.
Rischiarate dalla luce che filtra da 260 finestrelle, conferiscono alla
grande sala della preghiera un'atmosfera suggestiva quanto surreale. La Moschea Blu, che risale al XVII secolo, è anche l'unica a poter vantare ben sei minareti, superata in questo solo dalla moschea della Ka'ba, alla Mecca,
che ne ha sette. Tale particolarità architettonica è dovuta, secondo
una storia popolare, ad un fraintendimento: l'espressione delle manie di
grandezza del sultano Ahmed I, non potendo eguagliare la magnificenza della moschea di Solimano né quella di Hagia Sophia,
non trovò soluzione migliore per cercare di distinguerla che i minareti
in oro; L'architetto fraintese però le parole del sultano, capendo
"altı" (in turco "sei") anziché "altın" (oro). Il sultano aveva una loggia privata a piano superiore, che poteva essere raggiunta direttamente a cavallo.
Consigli
- L’ingresso ai non musulmani è permesso entrando dal cortile che si affaccia sull’Ippodromo tutti i giorni tranne durante gli orari di preghiera che mutano a seconda della posizione della luna.
- E’ obbligatorio lasciare le proprie scarpe fuori dalla moschea, negli appositi ripiani: portate con voi un paio di calzini per girare in tranquillità.
- Ricordatevi sempre che siete all’interno di un luogo di culto: massima discrezione e rispetto del silenzio.
- Le donne sono invitate a coprirsi il capo con scialle o foulard.
- La vista migliore della moschea la potete avere entrando dal cortile dalla parte dell’Ippodromo: vi si aprirà uno scorcio assolutamente sublime, soprattutto al tramonto quando la pietra si ammanta di un delicato color miele.
- Vi consigliamo di tornare anche durante le ore notturne: le luci e il vivace via dei fedeli unito al color cobalto del cielo vi lasceranno senza fiato.
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