giovedì 6 giugno 2013

La Torre Einstein, Erich Mendelsohn

È il capolavoro dell'architettura espressionista tedesca, e una delle opere più innovative dell'architettura moderna.
La Torre Einstein è un osservatorio astrofisico progettato dall'architetto tedesco Erich Mendelsohn, costruito sul pendio di un'altura morenica (chiamata "collina del telegrafo") alta 94 metri che domina la periferia di Potsdam, nell'ambito del Wissenschaftspark Albert Einstein (Parco scientifico Albert Einstein).

In esso la forma plastica concretizza al meglio la forza espressiva degli schizzi di Mendelsohn elaborati a partire dal 1917-18. Fu commissionata dall’astrofisico Freundlich, con l’intenzione di fornire ad Einstein un osservatorio astronomico col quale approfondire lo studio della deviazione dello spettro solare in base alla teoria della relatività. Il laboratorio vero e proprio si trova nei sotterranei; esso è collegato con l’osservatorio verticale a calotta girevole contenente un telescopio; l'immagine degli astri, captata col cannocchiale nella cupola, viene deviata e proiettata nel laboratorio sotterraneo tramite un elaborato sistema di specchi. A piano terra c’è la stanza da lavoro e un ambiente per il pernottamento. Lo stile architettonico della costruzione si caratterizza per la prevalenza della linea curva e per l’abolizione dell’angolo retto.
L’edificio è concepito come una massa plastica modellata nella cera la cui composizione è data dalla fusione del corpo curveggiante orizzontale con quello verticale della torre, che conclude la spinta aerodinamica verso la cupola. Le linee ondulate definiscono la cupola, le finestre, la torre, l’ingresso. Con il suo profilo fluido e la sua forma plastica ricorda quasi un animale dal lungo collo, la cui forma sinuosa si adagia sul terreno; oppure la sagoma di un sommergibile (con un richiamo anche alla effettiva funzione di periscopio svolta dalla torre).  Le pareti determinano un effetto ondulatorio che si accentua al variare della luce sulla superficie delle pareti. La sua forma dinamica e anti-geometrica rende le pareti fluide e sfuggenti, e invitano l’osservatore ad effettuare un giro lungo il suo perimetro per comprenderne la forma, quasi una materializzazione architettonica di quella quarta dimensione (il tempo necessario per effettuare questo percorso e quindi memorizzare la sequenza di vedute) già sperimentata in ambito pittorico. La massa della torre è alleggerita dalle finestre poste su quattro piani. Anche nel basamento sono presenti aperture arrotondate e di ampiezza diversa. Queste aperture scavate nel muro determinano forti contrasti chiaroscurali; ciò avvicinano quest’opera architettonica ai contemporanei dipinti degli espressionisti tedeschi. La luce catturata alla sommità dell'edificio viene deviata da un sistema di specchi prima verticalmente lungo la torre sino al piano interrato che ospita il laboratorio vero e proprio, poi orizzontalmente (allungando ulteriormente in tal guisa la lunghezza focale), sino agli strumenti di rilevazione. Le pareti inclinate e arrotondate danno quasi l’idea che l’edificio, soprattutto nella parte anteriore, cresca organicamente verso lo spazio esterno; qui sono presenti due ali che sembrano quasi invitare il visitatore ad avvicinarsi alla rampa d’ingresso e ad entrare nel laboratorio. Dal punto di vista architettonico la sua plasticità e le sue compatte forme organiche ricordano le costruzioni degli architetti della Scuola di Amsterdam, che più volte invitarono Mendelsohn a visitare le loro opere, non appena ebbe terminato questo edificio. L’edificio, sebbene formalmente così innovativo, è in gran parte ancora costruito in modo tradizionale, cioè in muratura rivestita da intonaco (solo il basamento e la base su cui poggia la calotta sono in cemento armato). Solo l’intonacatura omogenea delle superfici dà l’impressione di un’unica colata di cemento intonacato di bianco, da cui contrasta solo la calotta metallica. Questa torre-osservatorio procurò all’ architetto un'immediata celebrità; dopo questa realizzazione si avvicinerà gradualmente al linguaggio razionalista senza però abbandonare la linea curva. Semidistrutta durante la II Guerra mondiale, verrà ricostruita nel 1978. Nel 1999 ha subito un ulteriore intervento di risanamento. Sebbene monumento storico-artistico tutelato, l’edificio è tuttora attivo come osservatorio solare dell'Istituto astrofisico di Potsdam.
Il primo progetto dell'edificio fu redatto attorno al 1917 e la costruzione fu in gran parte realizzata dal 1920 al 1921 grazie ad una raccolta di fondi. La torre divenne operativa nel 1924. Essa resta attiva come osservatorio solare nell'ambito dell'Istituto astrofisico di Potsdam.
La torre presenta un aspetto plastico e scultoreo, con finestre scavate all'interno della massa muraria che le conferiscono ulteriore dinamismo. L'interno è definito in funzione degli strumenti che doveva ospitare, utilizzati dagli scienziati per studiare lo spettro luminoso e relazionarlo ai principi della teoria della relatività di Albert Einstein. La torre, ora monumento storico-artistico protetto, è ancora oggi l’osservatorio dell’Istituto di astrofisica di Potsdam. Originariamente progettato per essere costruito in cemento armato, è stato invece realizzato solo in parte con questo materiale, l’altra parte è in muratura intonacata. Gli errori di progettazione dovuti alla mancanza di esperienze con il nuovo materiale, hanno reso necessario vari interventi di risanamento. L’ultimo intervento è avvenuto nel 1999 in occasione del 75-esimo anniversario dalla costruzione.
Uno degli aspetti del movimento espressionista tedesco che più di altri consente di comprendere lo stretto rapporto esistente in quell'epoca fra arte e società è rappresentato dall'architettura.
In una mostra tenutasi a Palazzo Grassi, è stata ricostruita la Torre Einstein, il plastico è stato realizzato a Venezia in scala 1:5 rispetto all'originale. Questo grande modello ha occupato quasi interamente l'atrio e si è elevato all'interno del palazzo per circa sei metri, fino all'altezza del piano nobile.

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