

L'edificio sorge su un lotto triangolare che segue la curva della riva meridionale della Senna, a monte dell'Île de la Cité. La facciata nord si affaccia su una strada che corre lungo il fiume. Quella est guarda, al di là di un'area pavimentata a cielo aperto, al Campus di Jussieu: un insieme monotono di lastre in cemento armato dei primi anni sessanta. L'asse dellingresso dà sulla cattedrale di Notre-Dame, con il muro di sinistra posto perpendicolarmente rispetto al piano daccesso, così da incorniciare la vista. In tal modo lIstituto occupa una posizione cardine tra la Parigi moderna, rappresentata dalla architettura gaullista simboleggiata da Jussieu e la Parigi tradizionale, con i suoi edifici storici. Un altro aspetto molto importante delledificio è la sua relazione con la luce. È un luogo che si sviluppa attorno all'organizzazione e ai mutamenti della luce nello spazio. Letteralmente questo avviene attraverso dei diaframmi, simili a quelli della macchina fotografica, attivati da fotocellule della parete sud e del pozzo di illuminazione al suo centro rivestito di alabastro. In questo modo lo spazio interno è reso suggestivo da una luce non diffusa né concentrata in poche aperture, ma che entra negli ambienti attraverso piccoli e numerosi fasci luminosi che conferiscono un carattere quasi sacrale allo spazio.

Il vantaggio di utilizzare una facciata costituita da centinaia di elementi che ruotano è proprio quella di modulare lingresso della luce durante le varie ore del giorno e delle stagioni. Gli elementi sono costituiti da dischi di metallo di varie forme e grandezze ed attivati da cellule foto-sensibili che rivelando i cambiamenti delle condizioni di luminosità ne correggono continuamente la forma, rendendo la struttura un curtain-wall in costante movimento.
All' esterno invece questo rende limmagine del prospetto diversa durante tutto larco della giornata. Ledificio, non soltanto grazie alla presenza dei diaframmi fotografici, rivela una stretta e convincente relazione tra architettura e cinema. Ha una energia tale che, visitandolo, si ha limpressione di entrare nella inquadratura di un film. Questo aspetto è sottolineato anche dalle parole di Nouvel:
« La sequenza dei passaggi tra diversi volumi e livelli dilluminazione, a seconda delle diverse traiettorie al suo interno, può essere vista come una serie di angolazioni e aperture di un obbiettivo fotografico. »
