La Sfinge di Giza è una statua, situata nella Necropoli di Giza, raffigurante una sfinge (essere mitologico con volto umano e corpo di leone accovacciato).
È la più grande statua monolitica tra le sfingi egizie: lunga 73,5 metri, alta 20,22 metri e larga 6 metri di cui solo la testa è 4 metri. Il monumento probabilmente fu ricavato da un affioramento di roccia durante la costruzione delle piramidi di Giza.
Stranamente la Grande Sfinge è un monumento isolato, quando, invece, le
sfingi successive erano poste in coppia per proteggere l’ingresso di un
edificio. In teoria poteva essere scolpita un'altra grande sfinge;
infatti, poco distante, a sud, nell’altopiano si erge un’altra
collinetta di roccia, ma in pratica non è stato così, forse a causa
della troppa distanza.Pare sia stata creata attorno al 2500 a.c.al tempo
del faraone Chefren (2520-2494 a.C).
La Grande Sfinge fu realizzata scolpendo la pietra viva, mentre
alcune parti sono state costruite o riparate con l’aggiunta di blocchi
di roccia tagliati. Tuttavia lo strato roccioso varia all’interno del
monumento. La struttura geologica fu analizzata a metà degli anni ottanta del ventesimo secolo, durante i lavori di Lehner e Hawass, dal geologo K. Lal Gauri dell’Università di Louisville, nel Kentucky. Il risultato fu che il monumento era composto da tre diversi strati rocciosi:
- lo strato inferiore del corpo è di pietra calcarea dura ma fragile, di origine più antica;
- lo strato mediano, che comprende il nucleo della Sfinge, migliora salendo verso l’alto, ma è in media di pessima qualità; per questo sono presenti numerose crepe;
- lo strato superiore, che comprende la testa della Sfinge e il collo, è formato da pietra calcarea dura, che diventa sempre più pura nella testa, permettendo di preservarla meglio nel tempo.
Nonostante il tipo di pietra utilizzato per la testa della Sfinge sia di qualità migliore del corpo, il volto è la parte più danneggiata del monumento. La causa, tuttavia, non è solamente da attribuire al deterioramento naturale ma anche all’azione dell’uomo. Infatti, il naso è stato completamente rimosso, mentre la bocca e gli occhi sono stati gravemente danneggiati. Contrariamente a quanto alcuni pensano, il naso della Sfinge non fu distrutto in epoca napoleonica, ma nel XIV secolo, ovvero in epoca ottomana, ad opera dei Mamelucchi dello sceicco Saim-ed-Dahr per motivi di fanatismo islamico, come scrisse lo storico arabo El-Makrizi.
Legenda
Uno dei misteri della Sfinge, alimentato dalle leggende popolari, è certamente la presenza di passaggi nascosti al suo interno. Attualmente è nota l'origine di uno di essi soltanto: un breve varco senza uscita dietro la testa, effettuato nel XIX secolo da John Shae Perring e Howard Vyse durante la ricerca di una camera segreta all’interno del corpo. L'ipotesi che all’interno del monumento ci siano camere nascoste non ha riscontri scientifici anche se gli ultimi scavi del 2007 hanno rilevato la presenza di una fitta rete di cunicoli.
La stanza dei registri è una mitica biblioteca sepolta sotto la sfinge di Giza, che secondo alcuni conterrebbe tutta la conoscenza degli antichi Egizi su rotoli di papiro, oltre alla storia del perduto continente di Atlantide.
Necropoli di Giza
Il corpo della Sfinge è posto su una piattaforma di pietra ed è circondato da un recinto roccioso a forma di U, realizzato durante gli scavi per la realizzazione del monumento ricavato con la roccia presente all’interno dell' avvallamento del recinto ed è per questo che esso ha la stessa pessima qualità di pietra.
A est della Sfinge sorgono due templi, uno di fronte alle zampe posteriori, battezzato come Tempio della Sfinge, mentre l’altro, il Tempio a valle di Chefren, si trova accanto al primo in direzione sud. Entrambi sono stati costruiti con la medesima roccia del corpo della Sfinge, e per questo sono gravemente danneggiati dall’erosione. Quando fu rinvenuto il Tempio a valle di Chefren, l’ipotesi che la Grande Sfinge fosse stata realizzata dopo la costruzione delle piramidi di Cheope e Chefren ebbe una nuova prova. Infatti, il Tempio era collegato alla Piramide di Chefren tramite una via di accesso in pietra calcarea, che era fornita di canali di drenaggio per l’acqua piovana e, sul lato settentrionale, di un grande fosso, che è tagliato in un angolo del recinto della Sfinge e bloccato con pezzi di granito, per non far defluire l’acqua nel sito. Inoltre il ritrovamento sul lato nord del recinto di tombe appartenenti all'epoca di Cheope e Chefren, avvalora l’ipotesi della realizzazione del monumento durante il loro regno o per lo meno non prima.
Erosione
A causa della pessima qualità di pietra calcarea utilizzata, il corpo della Sfinge è la parte più danneggiata dall'erosione naturale.
Il collo e la parte inferiore del copricapo, oggi mancante, hanno subito per secoli il danneggiamento provocato dalle folate di sabbia, quando il corpo era completamente sommerso dalla sabbia del deserto. Dal collo in giù, l'erosione non fu provocata solo dalla sabbia, poiché la qualità di pietra utilizzata era talmente pessima, che cominciò a deteriorarsi fin dalla costruzione del monumento. Infatti, sono presenti numerose crepe lungo il corpo, che sono datate al tempo della formazione della pietra calcarea stessa. A causa del persistente deterioramento, nel corso del tempo sono state compiute moltissime riparazioni.
Negli anni ottanta numerosi egittologi e geologi, tra cui soprattutto K. Lal Gauri, Mark Lehner e Z. Hassan, hanno studiato la condizione odierna di erosione della Sfinge. Il risultato fu la scoperta che il deterioramento del corpo era causato dal fenomeno di condensa notturna, assorbito per azione capillare, con evaporazione mattutina, che provoca la cristallizzazione dei sali nei pori della roccia e l’erosione in seguito all’espansione dei cristalli. Questo fenomeno è ancora attivo e può avvenire anche sotto strati di sabbia: per questo l'erosione del monumento è continuata nonostante fosse ricoperto dalla sabbia per moltissimi secoli.
Sul corpo della sfinge sono presenti evidenti segni di erosione dovuti all'esposizione continua all'acqua piovana, ipotesi accettata dalla comunità scientifica. L'egittologia ufficiale non sa come spiegare questo fatto, considerando che le ultime piogge in grado di sortire tali effetti nella regione di Giza risalgono alla fine dell'ultima glaciazione.
Ma le piogge non smisero di cadere con l'ultima glaciazione, e le precipitazioni avvennero intense e in più periodi fino a circa il 3.000 a.C. determinando quello che viene definito il periodo neolitico umido.
Si è tentato anche di spiegarne la causa con le esondazioni del Nilo, ma i segni dell'erosione presenti, che presentano un'erosione più marcata in alto e meno marcata in basso, sono incompatibili con quelli che causerebbe un'erosione dovuta all'acqua del fiume, che causerebbe segni di erosione più evidenti alla base della statua.
0 commenti:
Posta un commento