Il MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo è un museo di arte contemporanea, è stato progettato dall'architetto Zaha Hadid ed è gestito dall'omonima fondazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, presieduta da Giovanna Melandri.
Il museo è stato pensato come un luogo pluridisciplinare destinato
alla sperimentazione e all’innovazione nel campo delle arti e dell’architettura. Nel MAXXI risiedono due istituzioni museali, il MAXXI arte e il MAXXI architettura,
le cui collezioni permanenti sono incrementate sia attraverso
l’acquisizione diretta di opere che tramite progetti di committenza,
concorsi tematici, premi rivolti alle giovani generazioni, donazioni,
affidamenti. Direttore artistico dal 3 settembre 2013 è il critico d'arte Hou Hanru.
Oltre ai due musei il MAXXI ospita un auditorium, una biblioteca e una mediateca specializzate, una libreria, una caffetteria
e un bar/ristorante, gallerie per esposizioni temporanee, performance
ed iniziative formative. La grande piazza che disegna gli spazi esterni
può accogliere opere ed eventi dal vivo.
La sede del MAXXI è stata progettata dall'architetto Zaha Hadid e si trova nel quartiere Flaminio di Roma.
Il complesso architettonico – con i suoi 27 000 m² circa – costituisce
un nuovo spazio urbano articolato e “permeabile” al passaggio. Un
percorso pedonale esterno segue la sagoma dell'edificio e si apre in una
grande piazza che, ripristinando un collegamento urbano interrotto per
quasi un secolo dal precedente impianto militare, offre ai visitatori un
luogo di sosta.
All'interno una grande hall a tutta altezza conduce ai servizi di
accoglienza, alla caffetteria ed alla libreria, all'auditorium e alle
gallerie destinate a ospitare a rotazione le collezioni permanenti dei
due musei, le mostre e gli eventi culturali.
Nel luglio del 1998
viene bandito dalla Soprintendenza Speciale Arte Contemporanea, su
incarico del Ministero per i Beni Culturali, il concorso internazionale
di idee per la realizzazione a Roma del nuovo polo nazionale, culturale
ed espositivo, dedicato all'arte e all'architettura contemporanee.
La giuria internazionale è chiamata a valutare 273 candidature, tra
cui vengono selezionati i 15 progettisti ammessi alla seconda fase, che
nei tre mesi successivi elaborano i progetti di concorso. Intanto, la
ricerca di un'area dismessa in una posizione centrale e strategica della
città, aveva portato, l'anno precedente, all'individuazione del grande
complesso delle officine e dei padiglioni militari della ex caserma Montello al Flaminio, da anni inutilizzato, come luogo deputato ad ospitare il campus.
Le linee di indirizzo del concorso prevedevano di integrare il
progetto con il contesto del quartiere Flaminio, di conservare
l'edificio che affaccia su via Guido Reni e il grande corpo a due piani
al confine con la chiesa parrocchiale,
di creare spazi aperti lungo il perimetro del progetto, di porre
attenzione all'illuminazione naturale e al controllo ambientale, di
creare continuità nella circolazione e nei percorsi.
A fine febbraio 1999
la giuria seleziona il progetto vincitore, realizzato da Zaha Hadid. È
un campus multifunzionale che compone e integra diversi spazi articolati
e complessi: funzioni museali e laboratori di ricerca, spazi di
accoglienza e servizi di supporto al museo, funzioni commerciali e spazi
per eventi, percorsi di collegamento interno e strade pedonali di
carattere urbano si intrecciano su più livelli in un sistema dinamico e
continuo. Gli studi e gli schizzi preliminari denunciano un'attenta
lettura del contesto e delle preesistenze, tanto che la giuria sceglie
il progetto non solo per la creatività della soluzione architettonica
proposta, ma anche per la sua capacità di integrarsi nel tessuto urbano
circostante. Nel luglio 1999,
viene approvata la legge che istituisce il “Centro per la
documentazione e la valorizzazione delle arti contemporanee”, prevedendo
al suo interno il Museo delle Arti contemporanee e il Museo
dell'architettura, finanziandone la progettazione e la realizzazione,
oltre che il funzionamento e l'acquisizione delle prime opere.
L'approvazione della legge istitutiva e l'attribuzione dei primi fondi
per il funzionamento e la costituzione delle collezioni consente al
Centro di divenire immediatamente operativo, avviando le sue prime
attività di programmazione culturale ben prima del completamento delle
fasi progettuali e dell'avvio dei lavori per la sua realizzazione. Il
Centro prende il suo nuovo e definitivo nome: MAXXI, Museo nazionale
delle arti del XXI secolo.
Concluso il concorso, le linee guida e le forme iniziali sono
coerentemente sviluppate nel corso della progettazione preliminare,
definitiva ed esecutiva, che confermano l'idea di un campus
urbano, in cui la tradizionale nozione di edificio si amplia in una
dimensione più vasta, che investe tanto lo spazio della città quanto
quello interno, a prevalente destinazione museale. L'articolazione
funzionale, strutturata in aree con connotazioni precise, percorsi e
zone polivalenti e flessibili, prevede sostanzialmente i due musei –
MAXXI arte e MAXXI architettura – che ruotano intorno alla grande hall a
tutta altezza attraverso la quale si accede ai servizi di accoglienza,
alla caffetteria e alla libreria dedicata, ai laboratori didattici,
all'auditorium e alle sale per eventi dal vivo e per convegni, alle
gallerie dedicate alle esposizioni temporanee e alle collezioni di
grafica e fotografia.
Il progetto si confronta con il sistema urbano delle caserme,
adottandone il profilo contenuto e orizzontale. La circolazione interna
confluisce in quella urbana, sovrapponendo più strati di percorsi
intrecciati e di spazi aperti alle condizioni specifiche del luogo. Le
complessità delle forme, il variare e l'intrecciarsi delle quote
determinano una trama spaziale di grande complessità. L'andamento rigato
della copertura contiene una memoria degli shed dei capannoni
preesistenti. Il percorso pedonale – che all'interno diverrà museale –
attraversa il sito seguendo la sagoma arrotondata del museo e scivolando
sotto i volumi in aggetto degli edifici. Il progetto sembra alludere
alle stratificazioni storiche e archeologiche della città di Roma che si
presentano con la metafora dei layers digitali.
L'idea progettuale sul piano architettonico presenta un segno deciso che
predomina negli spazi all'aria aperta, segnati dai volumi in aggetto, e
negli ambienti di accoglienza, poi contraddetto dalla spazialità più
sobria delle gallerie destinate a ospitare le collezioni dei due musei.
Con differenti gradi di permeabilità, flessibilità e trasparenza, le
diverse gallerie sono connotate dal controllo delle condizioni
ambientali e di luce. Arte, architettura e spazi per eventi dal vivo
convivono in una sequenza scenografica di suites caratterizzate da un
uso modulato e zenitale della luce naturale. Lo spazio non si identifica
esclusivamente in un percorso lineare, ma offre una gamma di scelte
alternative per far sì che il visitatore non torni mai sui propri passi,
godendo di suggestivi scorci panoramici sull'architettura, le opere e
la città.
Edificio D
Due volumi dell'ex caserma Montello sono recuperati dal nuovo
progetto, diventando parte integrante del campus: l'edificio su strada
viene inserito completamente nel corpo principale del museo; l'Edificio D
è stato, invece, sede provvisoria dell'attività espositiva e culturale
del MAXXI, nell'attesa della costruzione del museo vero e proprio.
Il primo intervento di recupero e adeguamento funzionale, realizzato
in tempi brevissimi e basato sul criterio del “minimo intervento”, ha
riportato gli ambienti interni alla spazialità originaria, restituendo
unitarietà alle due grandi sale. La struttura in ferro a vista, il
pavimento in battuto di cemento in cui affiorano i residui della
pavimentazione originale in mattonelle di asfalto pressato, la
continuità delle finestre lungo i due lati lunghi, conferiscono
luminosità e grande respiro agli spazi espositivi. La semplificazione e
la neutralità cromatica delle finiture determinano spazi di grande
flessibilità che si offrono alle più diverse soluzioni allestitive.
Al termine di una seconda fase dei lavori la palazzina ospiterà spazi
articolati destinati a diverse funzioni per accrescere l'offerta del
nuovo museo e sottolineare la sua dimensione di campus pluridisciplinare
e polifunzionale: la bibliomediateca, il bar-ristorante, la libreria
dedicata, gli uffici di direzione e amministrazione.
Il MAXXI architettura è il primo museo nazionale di architettura
presente in Italia. Il suo interesse è centrato tanto sull’architettura
“d’autore” quanto su quella cosiddetta “anonima”. Nel museo convivono
due anime distinte, quella che procede verso la storicizzazione
dell’architettura del XX secolo e quella contemporanea che vuole
rispondere agli interrogativi del presente, interpretando le aspettative
della società attuale. museo storico e museo contemporaneo, pur
possedendo caratteri e prospettive di sviluppo decisamente distinte,
determinano una dimensione multipla e trasversale. Il MAXXI architettura
si pone come interlocutore delle altre istituzioni culturali italiane
del settore (quali la Biennale di Venezia o la Triennale di Milano),
nel campo della formazione secondaria e universitaria e della rete dei
centri e archivi di architettura. A livello internazionale, il MAXXI
architettura aderisce e condivide gli obiettivi dell’ICAM, la Confederazione internazionale dei musei d'architettura.
Le collezioni
Il patrimonio del MAXXI architettura è costituito dalle acquisizioni
dirette, ma è anche legato al sistema di gestione di un vero e proprio
“patrimonio virtuale”, costituito dalla rete dei musei e degli archivi
pubblici e privati presenti in Italia, che permette di estendere a
dismisura il patrimonio di riferimento. Mediante intese e accordi
specifici – in parte già in atto – è possibile considerare collegati al
museo di architettura i fondi conservati presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma, l’Archivio Progetti IUAV di Venezia, l’Accademia nazionale di San Luca.
Oltre agli archivi personali, le collezioni di architettura
comprendono gli archivi tematici, che raccolgono i progetti legati a un
tema, come per esempio i materiali dei concorsi di progettazione
promossi dalla DARC, tra cui quello per la realizzazione della sede del
MAXXI e quelli legati alla missione istituzionale di promozione
dall’architettura, come quelli destinati ai giovani architetti. Vi è
infine una sezione che raccoglie disegni, modelli, schizzi e documenti
legati a un progetto o a un singolo tema, e a questo circoscritti, che
non possiedono cioè l’organicità presente in misura maggiore o minore in
un archivio completo o in una sezione consistente di esso.
Le collezioni speciali raccolgono i prodotti delle attività - mostre,
committenze, laboratori – derivanti dai progetti culturali e di ricerca
dello stesso museo. Installazioni e progetti site specific
concepiti e realizzati appositamente per il MAXXI, con il fine di
esplorare i linguaggi e le forme di comunicazione della contemporaneità
anche al di là degli strumenti disciplinari. Articolate per settori, le
collezioni speciali raccolgono anche prototipi e oggetti di design,
manufatti e oggetti significativi di realtà specifiche
dell’architettura, come la sperimentazione legata alla costruzione e
alla produzione industriale.
Le ricerche promosse dal MAXXI architettura hanno utilizzato la
fotografia tanto come mezzo quanto come fine: come mezzo, in quanto
strumento per l’indagine del reale, per registrare lo stato del paese
nel suo mutevole paesaggio, mettendo a frutto le prerogative proprie del
mezzo fotografico: documentare e interpretare per costituire memoria e
formare coscienza. Il criterio guida nella scelta dei fotografi cui
affidare le indagini è quello di individuare non semplici professionisti
ma “autori” riconosciuti per la capacità interpretativa e per la
qualità espressiva del loro lavoro. La selezione di autori presenti oggi
nelle collezioni del MAXXI architettura non va intesa come esaustiva: è
una collezione in fieri, che sarà ampliata con opere di altri autori –
emergenti o di fama già consolidata – che compongono il panorama della
fotografia d’autore.
La biblioteca
Il progetto di biblioteca è un’operazione già avviata molto prima
dell’apertura del museo allo scopo di arricchire il patrimonio
bibliografico già a uso esclusivo del personale della PARC. La
biblioteca documenta la produzione artistica e architettonica
contemporanea italiana e internazionale venendo così incontro alle
esigenze degli studiosi, ma soprattutto in stretta connessione con le
attività tecnico-scientifiche del museo quali le mostre, le relative
attività didattiche e le acquisizioni di opere d’arte e architettura per
le collezioni del museo.
Il progetto è stato pensato d’intesa con la Biblioteca della Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea,
con la volontà di formare, in futuro, un unico polo scientifico di
riferimento, sia a livello nazionale, che internazionale, che operi in
stretta interdipendenza. Il patrimonio librario, in costante
accrescimento, è costituito da saggi, monografie, cataloghi di mostre,
giornali e periodici specializzati, guide di architettura contemporanea,
pubblicazioni sul paesaggio contemporaneo, dizionari di architettura
contemporanea così come da fondi destinati a opuscoli, CD-Rom e DVD
multimediali.
L’accrescimento della collezione, assicurato da una capillare
campagna di ricerca finalizzata agli acquisti, è garantito anche dal
continuo scambio di pubblicazioni con importanti musei e istituzioni
culturali italiane ed estere, e da donazioni da parte di privati,
collezionisti, artisti e gallerie. Il rapporto di scambio è stato
avviato e curato sin dall’inizio del progetto.
Particolare interesse rivestono i fondi librari sugli artisti, le cui
opere sono entrate a far parte della collezione permanente del museo,
quelle dedicate alla museologia e alla museografia nonché alla didattica
museale. La biblioteca del MAXXI è collegata al Servizio Bibliotecario Nazionale
(SBN), nella rete delle biblioteche italiane promossa dal Ministero per
i Beni e le Attività Culturali con la cooperazione delle Regioni e
dell’Università, nel Polo dell’Università di Roma "La Sapienza".
La videoteca
Alla base del programma culturale che sottende il progetto di
creazione della videoteca del MAXXI, c’è l’intenzione di avvalersi delle
energie tecniche e creative, che si vanno raccogliendo intorno al
linguaggio del videodocumentario d’arte.
Il programma acquisitivo per la videoteca, già avviato con la
raccolta di un buon numero di prodotti, è orientato sia all’acquisizione
di materiali di provenienza diversa, come archivi privati, produzioni
di enti e istituzioni, mercato del video-documentario d’arte; sia alla
produzione diretta da parte della PARC e del MAXXI, di
video-documentari, su temi e figure, anche storici, legati alle proprie
attività o ad altri, di interesse più generale per la ricerca
contemporanea.
Per ciò che concerne l’architettura, l’iniziativa della videoteca
riconosce e promuove il ruolo crescente dell’immagine filmica
nell’ambito della documentazione e della comunicazione
dell’architettura, attraverso la raccolta di documenti già esistenti e
stimolando la produzione di nuovi contributi. I documentari fino a oggi
realizzati rappresentano, nel loro insieme, le prime linee di indirizzo
culturale del museo di architettura, nella duplice attenzione per la
documentazione storica e per il taglio critico e interpretativo che
propongono allo spettatore. I video prodotti dalla DARC per il MAXXI
architettura sono Cataloghi della collana OperaDarc sulle mostre del
MAXXI. In tal senso, la produzione delle video-interviste agli artisti
della collezione già implementata andrà continuata e sviluppata.
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