Il sito del santuario era in una posizione strategica lungo le rotte costiere che univano Taranto allo stretto di Messina, su un promontorio chiamato anticamente Lacinion, che diede anche l'epiteto alla dea venerata, Hera Lacinia. Il nome odierno invece ricorda le rovine del tempio (con l'ultima "colonna" in piedi), mentre il nome usato fino all'epoca moderna, "Capo Nao", altro non è che una contrazione del greco naos, che significa appunto tempio.
Il santuario era stato edificato alla fine del VI secolo a.C. ed era anche chiamato di Hera Eleytheria, come resta testimoniato da un'iscrizione sul cippo del Lacinion, al Museo archeologico nazionale di Crotone. Nel XVI secolo fu quasi completamente saccheggiato per riutilizzare i materiali da costruzione.
Il complesso era composto da più edifici, dei quali sono oggi visibili alcuni resti. Il tempio vero e proprio era proteso verso il mare, di ordine dorico, con sei colonne sulla facciata (esastilo).
Nelle adiacenze è tracciata una "Via Sacra" di una sessantina di metri e larga oltre 8 metri.
Al complesso del tempio appartengono anche almeno tre altri edifici chiamati "Edificio B", "Edificio H", "Edificio K":
- l'Edificio B, che presenta una pianta rettangolare, è ritenuto poter essere il tempio originario. Questa tesi è sostenuta dal ritrovamento di reperti che sarebbero datati già dall'VIII secolo a.C.;
- l'Edificio H, di pianta quadrata, chiamato anche Hestiatorion, è suddiviso in vari locali. Il ritrovamento di suppellettili tipiche dei locali dedicati ai pasti può far dedurre che si trattasse dell'edificio-mensa e ristoro dei viaggiatori oltre che dei sacerdoti. In ogni caso la datazione di questo "Edificio H" viene posta al IV secolo a.C. quando il tempio già aveva assunto grande celebrità.
- l'Edificio K, o Katagogion, risale anch'esso al IV secolo a.C., presenta una pianta a "elle" e ne rimangono solo i basamenti. Si presume trattarsi di un loggiato di colonne, sempre in stile dorico, che univa una serie di locali e un cortile. Probabilmente era la foresteria dove potevano trovare alloggio importanti visitatori, mentre i loro accompagnatori si dovevano accontentare di costruzioni molto meno raffinate e resistenti.
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